STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS – PARTE 1

Una delle strategie che utilizza la nostra mente per gestire l’impatto psicologico e fisico del trauma e lo stress è evitare di pensare a quanto di traumatico ha vissuto direttamente e/o indirettamente. La nostra mente è geniale nei suoi modi di gestire il trauma e quindi, se a volte non siamo in grado di attivare queste strategie in modo automatico, le dobbiamo usare in modo consapevole. Limitiamo l’esposizione continua alle informazioni traumatizzanti che sono forme di ri-traumatizzazione che impediscono al nostro cervello di elaborare il trauma iniziale, proteggiamoci dall’esposizione alle informazioni veicolate dai media e i social, proviamo a scegliere al massimo due momenti della giornata, magari lontani dal riposo notturno per informarci in modo consapevole da fonti attendibili. Il resto del tempo dedichiamolo ai nostri affetti vicini e lontani. Per sopravvivere la mente umana ha bisogno di contatto, di vicinanza, di sentire l’appartenenza e l’affetto altrui quindi diamo e prendiamo tanti abbracci dai nostri familiari vicini. Con quelli lontani, con gli amici, con altre persone a cui vogliamo bene e che non possiamo vedere e toccare in questo momento, diamoci un appuntamento in videochiamata e “prendiamoci un caffè” virtualmente mentre condividiamo le emozioni, i pensieri, le sensazioni della giornata.

Come diceva Virgina Satir “Tutti abbiamo bisogno di almeno 4 abbracci al giorno per sopravvivere. Abbiamo bisogno di 8 abbracci al giorno per mantenerci. Ne abbiamo bisogno di 12 se vogliamo crescere”.

 

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