DOTT.SSA ELMA SUKAJ – PSICOLOGA, PSICOTERAPEUTA E MEDIATRICE FAMILIARE

PROSPETTIVA INTERCULTURALE

“La cultura è la cerniera delle relazioni umane; è la strada maestra per comprendere la mente, il sé, l’identità”

                                                                                    Vincenzo Di Nicola

LA PROSPETTIVA INTERCULTURALE NEL LAVORO CON I CITTADINI STRANIERI E LE COPPIE MISTE

Cos’è la psicologia culturale?

La psicologia culturale è un movimento di psicologia che studia i processi attraverso cui la cultura e l’individuo si completano e si integrano reciprocamente.

Perché scegliere la psicologia culturale?

– Perché studia la cultura dall’interno, dal punto di vista dei “nativi” rispettando i significati che loro attribuiscono agli atti e agli eventi nella vita di tutti i giorni.

– Perché il significato che diamo alle esperienze nostre e altrui è in continuo cambiamento, viene costruito, negoziato e interpretato ininterrottamente grazie all’esperienza.

– Perché la cultura non significa appartenenza ad un gruppo etnico. Essa viene influenzata da una molteplicità di fattori come linguaggio, età, genere, razza, etnia, configurazioni familiari, migrazione, stato di acculturazione, religione, ecc.

Solo partendo da queste premesse possiamo osservare le persone, i gruppi, le famiglie e le coppie, come risultati delle differenti combinazioni delle loro simultanee appartenenze ai molteplici contesti.

La prospettiva interculturale nell’approccio terapeutico

La prospettiva interculturale osserva e analizza i comportamenti e la comunicazione degli individui e dei sistemi come parte di un contesto dove le culture diverse non solo co-esistono, ma interagiscono contaminandosi a vicenda. I vari sistemi a cui appartiene l’individuo sono contesti culturalmente diversi.  Prestare attenzione a queste diverse culture  di appartenenza che confluiscono nella costruzione dell’identità individuale è fondamentale nel lavoro terapeutico. Nell’analisi e nella soluzione del problema portato dal cliente in seduta sono quattro i fattori importanti per la definizione del suo stato psicosociale: il suo contesto ecologico (dove e come vive e come si adatta all’ambiente circostante), la migrazione e l’acculturazione (il processo di integrazione della nuova cultura nella sua cultura di origine),  l’organizzazione familiare (come è composta, come funziona, quali regole e ruoli e quale importanza della cultura nel suo funzionamento) e il ciclo di vita della famiglia.

Quindi un approccio di questo tipo aiuta a vedere la persona, la coppia, la famiglia, oppure il gruppo, attraverso la confluenza di una molteplicità di culture che si influenzano reciprocamente, aprendo la possibilità di non incasellarle in rigide categorie definite solo dall’appartenenza etnica dei clienti.

Restare o andarsene …

Andarsene o restare ….

Il mio cuore, tuttavia, riflette

se deve restare o andarsene,

se deve andarsene o restare;

non se ne andato e non è rimasto

non è rimasto e non se n’è andato.

La sua malattia lo abita da tempo,

la sua vita – infelice – è legata a un filo.

Mi ha chiesto un consiglio. Gli ho detto di restare

Quando lui voleva andarsene;

gli ho detto allora di andarsene

quando lui voleva restare.

abbiamo poche possibilità.

Se io me ne andavo, lui sarebbe restato

se io restavo, lui se ne sarebbe andato

mentre io rimango perplesso

Gli ho detto di andarsene, lui voleva restare;

gli ho detto di restare, lui voleva andarsene.

Se avesse una guida resterebbe o se ne andrebbe. Aspetta che cambi idea,

se resta o se ne va.

Gli ho detto allora di restare,

mi risponde che me ne devo andare io.

Quando gli dico di andarsene, vuole restare;

quando gli dico di restare vuole andarsene.

Quando lo consiglio, che io parli o taccia,

lui non sa se deve restare o andarsene.

Un giorno se ne andato ma solo con il pensiero

è ritornato prima di esser partito.

La nostra legge non ha stabilito e non ha deciso nulla,

lui sanguina dalle sue ferite.

Sliman Azzem