STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS – PARTE 2

Sentite agitazione, battito cardiaco accelerato, respirazione veloce e poco profonda, irritabilità, tensione muscolare in parti diverse del corpo, difficoltà a stare fisicamente fermi? Molto probabilmente state vivendo uno stato d’ansia. L’ansia normalmente è la nostra “benzina”, ne abbiamo bisogno per funzionare soprattutto in momenti di minaccia come quella che stiamo vivendo ora con il coronavirus. Ci attiviamo per combattere o scappare dalla minaccia e questa attivazione si manifesta soprattutto a livello di respirazione, di battito cardiaco e a livello muscolare, il nostro corpo si prepara per agire e reagire. Questa attivazione diventa un problema se persiste nel tempo, non ci da la possibilità di rilassarci, di dormire, di godere della nostra quotidianità. Ci sentiamo come soldati in trincea che non possono rilassarsi mai perché il nemico può irrompere da un momento all’altro. Quando il livello di attivazione non lascia mai il passo al rilassamento, quando la sensazione di minaccia ci porta a non abbassare mai la guardia ecco che l’ansia può raggiungere livelli molto alti manifestandosi sotto forma di attacco di panico. Ma cos’è l’attacco di panico? Come si manifesta? Perché ci spaventa così tanto e perché non lo sappiamo riconoscere? Lascio a voi qualche riflessione e spiegazione su questa manifestazione psico-corporea.

Sapete che la parola “panico” deriva da Pan che è il nome dell’antica divinità dei boschi e della natura, dall’aspetto spaventoso?  Era un dio che si aggirava nelle foreste inseguendo le ninfe per farle spaventare. Come questa divinità della mitologia greca anche l’attacco di panico arriva all’improvviso e può cambiare aspetto ogni volta che si presenta. Al suo allontanamento lascia un senso di ansia e di inquietudine per la paura, la preoccupazione che torni di nuovo senza preavviso. Gli attacchi di panico come questa divinità non sono pericolosi, ma sono tanto temuti in quanto brutti, imprevedibili e travolgenti. I sintomi fisici, emotivi e cognitivi aumentano raggiungendo il picco in pochi minuti (di solito entro 20 minuti) e possono presentarsi come:

  • palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
  • sudorazione
  • tremori fini o a grandi scosse
  • dispnea o sensazione di soffocamento
  • sensazione di asfissia
  • dolore o fastidio al petto
  • nausea o disturbi addominali
  • sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
  • derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
  • paura di perdere il controllo o di impazzire
  • paura di morire
  • parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
  • brividi o vampate di calore

Perché il coronavirus ci fa venire gli attacchi di panico?

La situazione che stiamo vivendo è nuova, travolgente e non ha una fine che possiamo stabilire nel tempo, arriva a ondate ponendoci nella situazione di vivere e rivivere continuamente il vissuto di mancanza di controllo e vulnerabilità. La maggior parte di noi non ha mai vissuto nella sua vita situazioni simili e quindi si trova sprovvisto di competenze (conoscenze e risorse cognitive, emotive e comportamentali) che le possono essere utili per fronteggiare la minaccia. Il nostro cervello fa fatica, non ha mappe per orientarsi e comprendere ciò che sta vivendo. La conseguenza di tutto questo è l’attivazione continua per cercare di reagire, un’attivazione che rimane bloccata dentro un corpo che è costretto a stare fermo, sempre più fermo con le restrizioni che aumentano. Anche se queste restrizioni sono per il nostro bene la sensazione è quella di una prigionia in attesa del verdetto. Ed ecco che arriva l’ansia, il corpo e la mente carburano fino a raggiungere livelli di panico.

Cosa posso fare per superare gli attacchi di panico?

Si può fare tanto per combattere i nostri attacchi di panico. Prima arma potente nelle nostre mani è la respirazione consapevole. Non ci rendiamo conto ma ciò che si modifica in primis con l’arrivo dell’ansia è la respirazione nella sua velocità e profondità. Man mano che l’ansia cresce il respiro diventa sempre più veloce e poco profondo. Fermatevi un attimo e non fatevi guidare dall’ansia, cercate di prendere il controllo della situazione e respirate in modo consapevole. Mettetevi seduti e con una mano appoggiata sul petto e l’altra sulla pancia guidate il vostro respiro contando fino a 4-5 ogni volta che inspirate e espirate mantenendo il respiro 1 secondo prima di buttarlo fuori. Potete ripetere la procedura 4-5 volte avendo cura di rimanere seduti tutto il tempo che siete impegnati nella respirazione profonda e consapevole. Non alzatevi subito dopo aver finito, la testa può girare un po’, è normale.

Facciamo sentire al nostro corpo e al nostro cervello che stiamo prendendo il controllo diversamente dal vissuto generale di questo periodo.

Se avete provato a fare da soli e non ci siete riusciti a superare gli attacchi di panico significa che non avete compreso il meccanismo che li sostiene. L’aiuto di uno psicoterapeuta è molto utile per comprendere ciò che ci fa stare male e lavorare per superarlo.

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